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238 antico sempre nuovo

genda che fa venire Enea in Italia dal paese dei Molossi, nominato Odysseo?

Or quale delle due leggende è più antica? quella delle prigioniere o quella delle compagne? quella di Enea o quella di Odysseo? A me pare che Aristotele abbia l’aria d’interpretare, di accomodare, di ragionare una leggenda per lui assurda e di estrarne il suo nocciolo di verità, piuttosto che di riferire una vera tradizione. La religione del critico si scorge nel suo tacere il nome di Odysseo e nel sostituirgli Ἀχαιῶν τινας. A me pare che mal si potesse raccontare l’incendio avvenuto nel Lazio prima che il medesimo racconto non avesse preso a teatro gli altri luoghi già riferiti. A me pare insomma che il racconto che ha per attrici le compagne di Enea sia anteriore e che solo dopo, quando il racconto dalla Thessalia si trasportò in Sicilia e nel Bruttio e di lì a Caieta e da Caieta al Lazio, si preferisse Odysseo ad Enea. Del lavorìo per sostituire l’eroe Greco al Troiano, sarebbero testimonianze, non forse le parole di Aristotele, ma le narrazioni di Callia e di Xenagora istorici, che fanno, come ho già detto, l’uno Rome Troiana moglie di Latino e madre di Romo, Romylo e Telegono, l’altro Circe e Odysseo genitori di Romo, Antia e Ardea. Ma il fatto è che ben presto tale doppia versione dovè penetrare nel Lazio e in Roma. Ora nel Lazio e in Roma, come furono accolte le due leggende a paragone l’una dell’altra? Fu accolta, anzi, quella che faceva di Odysseo il padre del fondatore di Roma? e, se mai sì, fu accolta prima o più volentieri dell’altra? A queste due domande è difficile o impossibile rispondere. Tuttavia è sempre un buon indizio che fosse