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la poesia epica in roma 293

pyie annunziano un futuro danno? Ed Heleno, sacerdote di Apollo, insegnando la via, dice che quel danno sarà da Apollo stornato: aderitque vocatus Apollo. Heleno poi indica la Sibylla1. E questa, che è pure sacerdotessa d’Apollo, annunzia a Enea il prossimo arrivo al regno Lavinio e le guerre che lo aspettano per la donna straniera2. Ad Apollo, mediante la Sibylla, deve l’eroe Troiano la discesa agli inferi, dove egli ha da Anchise gli ammonimenti che Heleno, il quale di questa discesa tace, gli aveva detto di aspettare dalla Sibylla3. Apollo nello scudo Vulcanio saetta dall’alto l’accozzaglia orientale alla battaglia di Actio, e Cesare dopo il trionfo sedendo nel vestibolo del marmoreo tempio Palatino rassegna i doni dei popoli vinti e al dio li offre4; e dall’alto il medesimo iddio applaude alla prima vittoria di Iulo e lo consiglia alla pace5. Ad Apollo, come a Giove, dirige la preghiera Enea nell’affrontare Mezentio6; e, nel solenne momento, in cui Enea stabilisce i patti della sua convivenza nel Lazio, a lui la religione a Latino l’imperio, Enea nomina per primo il Sole, come bensì anche in Omero, ma come altresì nel Carme Secolare: Alme Sol7. E il Sole nell’uno e nell’altro luogo è, non si può dubitare, Apollo nel particolare senso e culto che gli tributava Augusto. A questa parte precipua

  1. iii 374-462.
  2. vi 56-101.
  3. vi 890-3, iii 458-60.
  4. viii 704 e segg. 720 e seg.
  5. ix 638-60.
  6. x 875.
  7. xii 176.