Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/357

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a giuseppe chiarini 343

Questa novella via, che fuor de l’altro camino
Per sì dritta riga girsene, Alesso, vedi1.

Or questa pronunzia grammaticale è molto antica, e quindi, se non altro per adattamento, faceva sentire da tempo un tal quale ritmo. Anzi possiamo affermare che la lettura grammaticale esistesse vicina alla ritmica, sempre; che i latini insomma, leggessero in due modi i versi, ponendo o omettendo le arsi. Possiamo affermare, insomma, che la quantità non fosse mai così potente da tirar sulla lunga l’accento ritmico, senz’altro. Ci voleva senza dubbio una recitazione conveniente perchè quell’accento fosse a posto; ci voleva anzi più tardi quel metiri, quel plaudere, quello scandere che così sovente il maestro fa esso, e fa fare al discepolo nel De Musica di Aurelio Augustino; ci voleva, per far sentire il ritmo alle orecchie degli uditori, una, per dirla con le sue parole, docti et exercitati hominis pronuntiatio, e per sentirlo, un sensus audientium non... tardior quam humanitas postulat2.

È cosa evidente: anche nei versi nostrani non sempre ci troviamo alla prima, e non sempre anche all’ultima, se qua non smorziamo un accento, là non lo carichiamo: è cosa evidente, e non avrebbe meritato nemmen le poche parole che ci ho speso,

  1. «La Poesia Barbara nei secoli XV e XVI a cura di Giosue Carducci - Bologna, Zanichelli, 1881». Il distico riportato è del legislatore de la nuova poesia toscana, Claudio Tolomei (pag. 35).
  2. Aug. de mus. IV 37. E vedi poi passim: per es. (IV 1) age iam perente hoc metrum, non voce sed plausu.... (IV 2) plausu istos numeros ab invicem distinguendos comperimus etc. etc.