Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/127

Da Wikisource.

cascata delle alpi 121

quod differtur non aufertur;1 ciò che non si fa oggi, si farà giovedì venturo. Chi sa fors’anco che, con questo freddo, non se ne stia ciascuno a casa sua? In questo caso l’uditorio sarebbe troppo incompleto.

Mi decisi dunque di starmene rincantucciato; e sedetti alla scrivania in quell’acconciatura e in quell’atto a un dipresso, in cui se ne stava don Abbondio almanaccando sopra Carnèade2, e ignaro della tempesta che gli pendeva sul capo. Quand’ecco uno schiattire lontano, poi sempre più vicino, un cinguettio, un cicaleccio, un pestio di passi affrettati in sulla scala, quindi spalancata la porta, gridi, urli.... per amor del cielo!... tutta l’orda dei nipotini con le rispettive ombre materne. I più piccini entrarono primi, trafelati, ansanti, urtandomi con poca riverenza; poi i più grandicelli un po’ più contegnosi; finalmente le mamme, a discreti intervalli l’una dall’altra, perchè la scala è lunga, e le moli da portar su, più o meno considerevoli.

«Diacine!... con questo freddo.... quà, badate.... obbligato.... vedete se c’è seggiole per tutti.... là, subito.... in cucina a prendere quelle di stiancia3.... quì, sulla poltrona, ci state in due.... sul canapè in sei.... tu, Gigia, quì.... su questo panchettino.... Beppino, to’ quest’altro, portalo alla mamma, e dille che ti lasci posto da sedere anche tu.... Presto, Teresa, mettete al fuoco la padella delle bruciate....». Lascio intanto gli evviva, i complimenti, il parapiglia.... In breve l’uditorio era lì tutto tal quale, mutato solo di luogo e, valuta intesa, bisogna raccontare.

3. Mentre stavo pensando di che lo dovessi intrattenere, Giovannino, sempre preoccupato delle bellezze della Svizzera, uscì a dire: «Tu ci hai raccontato meraviglie delle Alpi Italiane; e devon esser belle davvero. Ma le Alpi Svizzere.... Con tanti luoghi che ci hai descritto, non t’è avvenuto mai di nominare una cascata. La Svizzera si ne vanta di famose, il Giessbach, lo Staubbach, il Reichenbach e tante altre....».

  1. Proverbio latino — differire non è tor via — a cui corrisponde il proverbio toscano — non manchỉ la volontà, chè luogo e tempo non mancherà. —
  2. Carnèade, nato il 215 avanti Cristo a Cirene (colonia greca nell’Africa settentrionale, oggi Grennah) visse 90 anni e professò filosofia in Atene. Spedito ambasciatore a Roma vi tenne pubbliche lezioni, nelle quali colla sua eloquenza invoglio la gioventù romana degli studi filosofici e delle lettere greche. — Adesso ne sapete una di più che don Abbondio.
  3. La sala è una pianta di palude, propriamente un’alga palustre, da cui si trae il salino e la stiancia (o stianza o schianza). Il salino è il garzuolo, ossia l’insieme delle foglie più interne e più morbide del cespo; la stiancia è l’invoglio delle foglie più esterne e più grossolane. Tanto il salino quanto la stiancia si torcono e se ne fa come una corda, colla quale il seggiolajo intesse un piano, forte ma non duro, nell’intelajatura delle seggiole che perciò diconsi impagliare. Col salino si fanno le impagliature più gentili; colla stiancia le più grossolane, che noi lombardi chiamiamo de lisca.