Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/140

Da Wikisource.
134 serata vii

quel gradino, dovrà naturalmente precipitarvisi, formando una cascata. Tali condizioni si verificano in fatto dovunque se ne presenti una; tuttavia non troverete mai che un salto appena potente raggiunga lo spigolo di quel gradino che è il termine dell’altipiano. No, vi assicuro che, andando a visitare una cascata qualunque, arriverete al piede di un dirupo, che ha più o meno distinta la forma di un gradino; ma alla cascata non siete ancor giunti. Vedrete piuttosto un’incisione verticale in mezzo al gradino, che si polungherà talvolta in una gola stretta e cupa, lunga, ove occorra, parecchie centinaja di metri. Quella gola termina ad anfiteatro, e in fondo ad esso, ecco finalmente la cascata. Che vuol dir ciò? Vuol dire che dessa si formava in origine sullo spigolo del gradino; ma essa colla propria forza, secondata principalmente dall’azione erosiva delle sabbie, delle ghiaje, dei ciottoli, incise lo spigolo del gradino, quindi il gradino stesso come farebbe una lima. Quell’incisione diventò a poco a poco un canale; il canale una gola, in fondo alla quale troviamo oggi la cascata, che si va sempre più arretrando mano mano che lo scavo procede, con secolare lentezza sì, ma continuamente.

» Vi diceva testè che il salto del Niagara mostra evidentissimo ed a grande scala il fenomeno dell’arretramento delle cascate. Il lago Erié, da cui esce quel grosso fiume, occupa la porzione più depressa di un vasto altipiano, troncato a valle, cioè verso il basso, a foggia di un enorme gradino di circa 50 metri d’altezza. Di là dovrebbe naturalmente precipitarsi il Niagara. Ma no il salto avviene a forse due terzi della via tra il lago e lo spigolo dell’altipiano, ed ha luogo in fondo ad una gola scavata nell’altipiano stesso, lunga parecchi chilometri. Quella gola fu scavata dal fiume, per quella forza che aveva fin dapprincipio, saltando da un’altezza di 50 metri. Qui il processo è dimostrato dal fatto che di tratto in tratto le rupi, che sovrastano al salto, scoscendono, e il salto stesso si arretra più di un metro all’anno. Avanti di questo passo, ed in 300 secoli la gola, allungandosi sempre, avrà raggiunto il lago Erié che, vuotandosi in essa immediatamente, lascerà un vasto paese all’asciutto. Toccherà allora ai geologi a dire, osservando i depositi di quel vasto bacino trasformati in terreni asciutti: qui esisteva un lago. E gli archeologi, di qui a 300 secoli, potranno forse soggiungere: quel lago si chiamava Erié. Trecento secoli! voi direte. Capisco; son tanti: ma passano anch’essi; ne son passati anche trecentomila. Il mondo è vecchio, vedete; e chi sa quante volte si è già ve-