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ponte giurino 139

poco visitata e conosciuta la parte montuosa. Le Alpi, specialmente le Svizzere, attirano i viaggiatori più arditi, e quelli che si dilettano di forti impressioni e di bellezze severe. Alle Prealpi rimangono i meno arditi, vorrei dire i più pigri: e questi che discendono in Italia, più che la faticosa ginnastica del corpo e dello spirito, amano i molli ozî, le tepide aurette, l’olezzo dei fiori, i profumi degli aranci. Tutti poi appena dalla sommità delle Alpi veggonsi disteso a’ piedi sfumare nel lontano orizzonte questo giardino di natura che si chiama Italia, sentono vive destarsi le reminiscenze della storia e dell’arte le quali non parlano men forte che le naturali bellezze. Eccoli pertanto correre difilati a Firenze, a Roma, a Napoli, a ingolfarsi nei quadri, nelle statue, nei magnifici monumenti, nelle stupende rovine, testimonî di quelle miracolose civiltà che si succedettero dagli Aborigeni agli Etruschi, dagli Etruschi ai Romani, dai Romani ai comuni del medio evo, da questi sino a noi. Ma almeno tra gli Italiani ci dovrebbe essere una classe media, che senza perigliarsi sui precipizî vertiginosi delle Alpi, e senza poltrire negli ozî delle città e delle ville, si innamori delle forti camminate, dell’aria libera e stuzzicante, del sole nascente osservato dalla vetta di una montagna, delle rupi pittoresche, delle verdi vallate, della cordiale bonarietà dei nostri montanari; che s’innamori insomma delle nostre Prealpi. Oh! i più bei giorni della mia gioventù io li ho passati in queste care valli della Lombardia, su quelle cime ineguali indorate dal sole, su quei monti al cui piede si distende l’ubertoso piano, che sfuma tra le nebbie leggere del lontano orizzonte, ove si disegnano talvolta, come nubi sospese nella zona più bassa dell’atmosfera, le creste ondeggianti dell’Apennino».

3. «E qual’è», domandò la Giannina, «la più bella delle valli lombarde?».

«La più bella?... Io direi che la più bella è quella che si è visi tata per l’ultima. Io, per esempio, mi porto così vivamente scolpita nella fantasia quella ove ho passato appena l’anno scorso1, alcuni bellissimi giorni, che essa mi sorride come la più vaga. Non vorrei però ostinarmi a sostenere che lo sia veramente».

«Non hai detto», osservò la Camilla, «di che valle intendi parlare».

«Della Valle Imagna. Non sai che l’anno scorso ho passato una parte dell’estate a Ponte Giurino».

  1. Nell’agosto dell’anno 1870.