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i rapporti generali tra l’orografia e la geologia. I celebri valloni1 di quella catena (o altipiano ondulato, come meglio si chiamerebbe) che si assomigliano a grandi barche a fondo piatto2, lunghe fino a sette miglia, spesso non hanno emissario. Chiusi perfettamente da un orlo di rupi, rivestito di folti boschi, che si rileva all’ingiro appunto come fanno le sponde di una barca, si dovrebbero trasformare ben presto in altrettanti laghi. Ma ciò non avviene. Perchè? Dove se ne va l’acqua che vi piove in abbondanza? Essa trova sui margini del vallone certe fosse a forma di imbuto, dette emposicux, e vi si perde, scendendo nelle viscere della montagna, precisamente come il vino nella botte. La montagna funge davvero l’ufficio di una gran botte, secondo gli studî del signor Desor, professore di Neuchâtel, e dalle spine naturali di essa sgorgano centinaja di metri più basso le sorgenti, che bagnano abbondantemente i piedi degli altipiani. Tornando a noi, nel discendere verso la caverna si osservano non uno nè due, ma una serie numerosa di quegli imbuti del diametro di 5 a 20 metri, e della profondità di 3 a 10, ove l’acqua pluviale si raduna, improvvisando talvolta de’ laghetti, che ben presto scompajono. Quegl’imbuti, distribuiti regolarmente sopra una linea di forse 400 metri, dicono al geologo una lunga spaccatura lineare, per cui l’acqua si perde in seno alla montagna. La loro esistenza, come la loro forma, è un effetto della erosione, che da secoli vi esercitano le acque affluenti sempre verso gli stessi centri. Voi m’intendete al certo; ma già nella caverna c’intenderemo ancor meglio.

» La fila degli imbuti termina con uno più profondo degli altri, in forma quasi di cisterna, in fondo alla quale havvi un pertugio, difeso da un uscio armato di serratura. Aperto l’uscio, si penetra nel pertugio a dorso curvo; ma ben tosto si è ritti sotto la volta alta e spaziosa di un antro bujo affatto. L’acqua sgocciola da tutte le parti, e si ode da lontano il rumore sordo di un sotterraneo torrente. Non possiamo inoltrarci che a patto di passare un piccolo mare di fango, così molle, così appiccica-

  1. Gli abitanti del Giura designano col nome di vallons le valli che hanno la forma quì descritta, distinguendole benissimo dalle cluses (chiuse) e dalle combes (culmine ne’ miei scritti di geologia) valli che hanno ben altri caratteri orografici e geologici. — Orografia propriamente significa disegno dei monti: ma vuol dire la cognizione delle leggi seguite dalle inclinazioni del terreno quando si eleva in altipiani, in colli, in monti. Il Giura (Jura) è una catena di monti che segna il confine naturale tra la Francia e la Svizzera, dal lago di Ginevra al Reno.
  2. I geologi francesi dicono appunto à fond de bateau il ripiegamento degli strati da cui risulta la forma del vallone.