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166 serata ix

l’incidente, una delle mamme, che aveva riflesso più seriamente su quanto io avevo esposto, ridendo, mi disse, in atto di chi dubita e chiede: «succederanno disordini!».

«Forse ne succedono:» risposi io. «Ne succedono ovunque. Ma infine chi danza sulla pubblica piazza, in faccia al mondo intero, è forse più esposto di chi danza nei ridotti, nelle sale, nei luminosi labirinti dei nostri palazzi?..

» Era già notte tarda, quando mi raccolsi all’unico albergo, che meritasse tal nome! — La Campana — un pessimo albergo del resto; uno di quelli che giustificano il Bedeker, autore delle guide in tutto il mondo, e in altri siti, quando adopera come sinonimi i due predicati, cattivo albergo e albergo all’italiana. Forse a quest’ora le cose si saranno cambiate; la Campana sarà divenuta un Grand’Hôtel e saranno scomparse le tavolette del tatuaggio. Allora era così. — Dalla mia camera udiva ancora il rullio dei cembali che andava diradandosi, perdendosi, finchè tutto tacque, e riposossi in seno alle tenebre.

» Ma il sonno fu breve. Ancora non si discernevano i primi albori, che fui desto da un gran fruscio di passi, e da un parlare sommesso in sulla via. Era la folla che traeva al Santuario. Chi sa? dissi tra me: se si fa tanto baccano la vigilia, quanto se ne farà il giorno della festa? Eppure tutt’altro. Il baccano è tutto per la vigilia. La mattina dopo piena tranquillità. Quella folla così burrascosa il giorno avanti, si raccoglieva, cheta e silenziosa, nel Santuario, a farvi le sue divozioni. A mezza mattina era assai diradata, e a coppie, a gruppi, a branchi, a brigatelle, si disperdeva sulle diverse vie, che riconducevano i pellegrini ai rispettivi focolari.

9. » Fu in quella mattina che, essendomi levato prima di giorno, volli godere di quello spettacolo, a cui la Giannina, desidererebbe tanto di assistere».

«Di che spettacolo intendi parlare?» domandò la Giannina.

«Come?... della levata del sole vista sul mare».

«Vedi?» ripigliò la ragazzina, «me ne era dimenticata. Hai detto tante cose, tante.... Ora però sentirò volontieri questa descrizione».

«Me ne ricorderò sempre.... Era un mattino stupendo: di quei mattini, che anche nelle più serene regioni d’Italia si contano. Le stelle erano già quasi tutte scomparse. Le più luminose soltanto scintillavano ancora, cangiando colore, e tremolando, quasi goccie di rugiada, percosse dal sole, pendenti da un filo d’erba,