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i petroli in italia 219

ci avresti da vedere, proprio per benino, tutte quelle cose che hai detto di voler andare a vedere».

«Oh!» fecero Giovannino e gli altri, con quel tono di voce che dice: — tu ne fai celia. —

«Vedete.... voi siete come siamo noi italiani in generale. Il bello, il buono, l’utile, tutto ci deve venire d’oltremare e d’oltremonti. Non dico che noi dobbiamo credere di posseder tutto, e di poter far senza del molto che ci può venire altronde. Sarebbe stoltezza. Una mano lava l’altra, e tutt’e due lavano il viso. Così gli uomini, così le nazioni devono ajutarsi scambievolmente, e mettere in comune le quote di ricchezza fisica, intellettuale e morale, nelle quali fu ripartito da Dio, fra ciascun uomo, fra ciascuna nazione, il ricchissimo patrimonio comune. Ma ciascuno deve anzi tutto far i conti in casa propria: chè il cercare l’altrui, mentre si possiede del proprio, è vergognosa mendicità. Sapete, per esempio, quale cosa dobbiamo cercare noi italiani dalle nazioni che ci stanno più vicine? Un po’ più di attività. Una buona dose di inerzia, e una dose anche maggiore d’ignoranza, ci fa tributarî degli stranieri: mentre, conoscendo meglio il nostro paese, potremmo risparmiare assai, e fors’anche rusparci in casa qualche gruzzolo di più, che, non fo per dire, ci farebbe comodo.... Ma queste le son cose da dirsi ad altri. A voi volevo dire soltanto che in Italia noi possiamo osservare tutte quelle meraviglie di cui vi parlai».

«Come?» chiese Giannina: «anche le fontane ardenti, anche i vulcani di fango?...».

«Sì, tutto, tutto.... sorgenti di petrolio, pozzi di petrolio, getti di gas infiammabile, eruzioni di fango....». «Perchè allora ci parlavi della Cina e dell’America, senza nemmeno nominare l’Italia?».

«Capisco.... ho avuto torto.... Anch’io, vedete, ho ubbidito senza accorgermene, a quel non so che, per cui si tende a parlare più delle cose altrui che delle nostre: quasichè i fenomeni si facessero tanto più meravigliosi, dilettevoli ed istruttivi, quanto più succedono lontano da noi».

«Dunque anche in Italia?...».

«Sì, anche in Italia».

«E tu li hai visti quei fenomeni?».

«Sì, li ho veduti, esaminati, studiati».

«Dove?... come?... quando?...».

«Come, quando?... in fine sono gli stessi fenomeni che vi ho descritto, quali e’ si presentano in estranee contrade....».