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il brigantaggio e la scienza 239

non ci capitarono mai, e saranno i malcapitati se ci verranno. — Oh se io avessi potuto sapere ciò che accadde alcuni mesi dipoi, quando i briganti ci capitarono davvero, e macellarono, forse per private vendette, due dei signori che ci avevano fatto la migliore accoglienza, e condussero prigioniero l’ingegnere che dirigeva le operazioni per la ricerca dei petroli, e che per buona sorte riuscì a scappare; se avessi saputo tutto questo, non mi sarei così presto acquetato alle assicurazioni di quei bravi Toccolani. Ma allora ci credetti in buona fede, nè badai ai briganti più di quello che ci badi ora.

2. » Lasciato il paese alle spalle, e attraversato l’altipiano alla volta della Majella, si discende a un torrentello, nutrito dagli scolaticci e dalle poche sorgenti del Monte d’Oro. Questo torrentello è il piccolo Arollo, confluente dell’altro che ho già nominato, il quale si chiama grande Arollo. Fra le sorgenti che il piccolo Arollo riceve, si novera la sorgente petroleifera, verso la quale c’incamminiamo. Tenendoci nel letto del torrentello, lo andavamo rimontando lentamente, allo scopo di studiare la struttura geologica del suolo, che lo stesso torrentello metteva a nudo, avendo col lavorio delle acque profondamente intagliato il terreno. Così si doveva fare per raccogliere i dati, con cui fissare i punti, ove avessero a praticarsi i trafori con maggiore probabilità di successo. Rimontando adunque il piccolo Arollo, ed esplorando, fin dove si poteva, il paese all’ingiro, e’ mi pareva di trovarmi in una piccola Babilonia. Strati di travertino, alternati a strati di bitume, palesavano antichi sgorghi di petrolio, avvenuti forse mille anni innanzi. Indizî di recenti sgorghi c’erano dappertutto lungo il torrente: le erbe e gli sterpi sulle due sponde erano quà e là impeciati: e una specie di viscida pece occupava talora dei piccoli spazî, principalmente nei seni che il torrente avesse invasi durante le piene. Finalmente arriviamo precisamente dove i dirupi del Monte d’Oro si spiccano nudi, quasi verticalmente dal piano, e, lasciato il letto del piccolo Arollo, a pochi passi sulla sua sinistra ci si mostra un borratello, che è la celebre sorgente del comune».

«Dunque una sorgente di petrolio?» credette di indovinare Giannina.

«Adagio: finora non trattasi che di un ruscello di acqua, ma di acqua solforosa che puzza orribilmente, e sbuca da una cavernuccia, di poche spanne di luce, non altro che un fesso del Monte d’Oro. L’acqua, lasciando il suo speco, prima di buttarsi