targli la pena. È un giorno di festa: si attende il re; si prepara
una grande rivista militare; è il giorno dello Statuto; langue o
tace lo stridore delle fucine; cento quartieri della città si spopolano,
e la gente attratta verso un punto, si condensa, si pigia,
si urta senza offendersi, ondeggia senza scomporsi, lieta, serena.
Ma il brumista e là.... Starà o si moverà al cenno del primo che
capiti, servo umilissimo di tutti, eppure a tutti ignoto, non conoscente
di nessuno. Almeno la domenica!... La domenica è un
dovere, ma è anche un diritto per tutti. Immobile dal suo cocchio,
il brumista ode il festivo concerto delle campane; vede affollarsi
i ricchi e i poveri alla chiesa, poi uscirne, disperdersi a
brigate, riunirsi in lunghe file, avviarsi ai passeggi, ai pubblici
giardini, ai ritrovi ove echeggiano pel popolo, proprio pel popolo,
i concerti delle musiche militari. Oh come è lieta quella gente!
Vedi anche quella vecchierella il cui mondo sono la rocca, il fuso,
la granata e i polli.... anche quel poveretto, che veste la domenica
come vestono i più poveri nei giorni di lavoro.... come ride!
come assapora la sua domenica!... Infelice! ha sudato tutta la
settimana; ha fors’anche sofferto la fame.... Ma via, stamani seduto
in fraterno consorzio, ha udito narrarsi la buona novella....
Beati i poveri!... Guardate gli uccelli del cielo, che non seminano, non mietono, non hanno granai.... e il padre vostro li pasce...1. E a queste parole l’amaro del presente si stemprava per
lui nella dolcezza delle speranze avvenire. Ma il brumista non c’era;
il brumista è là; nessuno gli ha rivolto una buona parola. — Mah!...
è una necessità! — Una necessità?... È poi veramente una necessità?...
Una domenica, a Glascow, avevo proprio bisogno di
un brum, e non trovarne un solo a pagarlo un occhio!... E dover
mettermi in corpo tutta quella camminata, e arrivare al
l’albergo stanco, affamato, e volevano ch’io morissi di fame, perchè
era passata l’ora, e i servi dovevano andare alla chiesa.....
Che matti d’Inglesi!... Non sono matti?... In un paese dove la
suprema norma di tutto e di tutti stà nel motto, il gran motto,
— il tempo è denaro; — tutti vogliono fare la domenica.... fino
i brumisti.... Poveri brumisti!... Diacine, è un’idea fissa codesta!...
Ma si; pazienza di giorno, ma di notte!... Non v ’ ha rifiuto d’uomo
che non abbia abituro, una tana ove cacciarsi la notte, a meno
che non preferisca passarla al sereno. Ma il brumista è là. Ei
deve tenersi pronto al servizio di quegli animali notturni che,
- ↑ S. Matteo, cap. VI. v. 26.