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lento lavoro e grande produzione 289

moria d’uomini, alcuna di quelle spaventose eruzioni a cui alludeva testè, e di cui cercheremo altrove gli esempî. Ma l’effetto, per esser considerevole, non ha bisogno di essere rapido, improvviso e sorprendente. Vedete quel circo sterminato, scavato nella montagna? Fu scavato da quegli stessi umili borborismi che vi gorgogliano sul fondo1».

«Forse per effetto di qualche formidabile eruzione di cui non si abbia memoria?» ripigliò la Camilla.

«No; ma lentamente, senza parossismi, senza convulsioni. Per intendere bisogna che ammettiamo il principio, facilmente dimostrabile del resto, che una salsa, consistendo essenzialmente in una emanazione gasosa, avrà una forma diversa secondo che è diversa la natura del terreno da cui scaturisce. Supposto, per esempio, che il gas infia nmabile sgorghi da un crepaccio di una montagna tutta di macigno, che ci può fare codesto gas? Levarsi alto, sbuffare, fischiare se fa d’uopo, ma nulla più. Vi fosse anche dell’acqua che accompagnasse il gas, essa si riverserebbe al difuori: il macigno non si stempra. Avremmo dunque o una sorgente di acqua gasosa, come se ne trova a mille, o uno di quei getti di gas, che indicammo già le cento volte, sotto il nome di fontane ardenti. Supponete invece che il terreno sia sabbioso, sia argilloso, che facilmente si diluisca, si stempri, come quello delle colline di Nirano, e di tutta la gran zona dei colli subapennini. Oh allora avremo qualche cosa di ben diverso da una semplice sorgente gasosa, come da un semplice getto di gas: avremo una salsa. Portiamoci al momento in cui la prima bolla di gas idrogeno gorgogliò attraverso l’argilla, che formava la vetta del colle sopra Nirano, resa fangosa dalle piogge recenti; portiamoci al momento in cui questa prima bolla ruppe l’involùcro2 fangoso, buttando in aria il primo schizzo di fango. Quella bolla dovette lasciare un piccolo vuoto nel suolo, embrione d’un cratere, mentre il fango, eruttato e lasciato cadere intorno al l’orifizio, pose la prima pietra di un cono. Le bolle continuano a sorgere, a scoppiare, a spruzzolare il fango all’ingiro: e il cratere si allarga, si sprofonda; mentre il cono che nasce dal sovrapporsi dei grumi fangosi, dilata le sue basi e alza il suo vertice. Se il fango gettato fuori potesse tutto arrestarsi sull’orifizio,

  1. Borborismi, borbogli, bollitori, sono anche nomi con cui si indicano le salse nell’Apennino centrale e meridionale.
  2. Una volta nelle nostre scuole ci s’insegnava a proferire latinamente involucro. Pronunziate pure involùcro.