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la salsa di sassuolo 295

loro letti di fango a screpolarsi al sole. Ma là sulla sponda opposta di quella valle inamena si spiccano, quasi pensili giardini, le verdi alture di Montegibbio. Vogliono alcuni che il nome di Montegibbio sia una corruzione di Monte del zibibbo, che è come dire Monte della buon’uva, del buon vino. Fondata o infondata che sia questa derivazione, fatto sta che ci bevemmo, ad una delle più misere stamberghe, un vino così delizioso, che avremmo volentieri chiamate quelle alture Monti del nettare. Nè ci voleva di meno per rinfrescarci d’un’arsura veramente africana, sotto la canicola, in quelle lande di cenere, dove le acque, oltre all’essere scarse, sono putride e salmastre. Laggiù difatto nel fondo di quella valle, a greco1 dell’amenissimo poggio, ove torreggia il villaggio da cui ebbero nome, si trovano i famosi pozzi di Montegibbio. Dico famosi perchè parecchi autori ne parlano: ma son da meno assai della fama. Son putridi stillicidî di acqua solfurea e salina, che geme commista a una piccola quantità di petrolio. Due di quei rigagni, che sembrarono meno avari di petrolio, furono condotti a formare un piccolo stagno artificiale ciascuno, entro una breve fossa, protetta da una volta in mattoni, che si chiuse con uscio e chiavistello. Il petrolio galleggia, e si accumula alla superficie dello stagno, d’onde si schiuma al modo antico da secoli. Ormai chi ci vorrebbe badare?

» Rimontammo un piccolo confluente della Chianca, e, giunti a cavaliere della collina di Montegibbio, pigliammo la via che discende a Sassuolo, e rasenta il celeberrimo vulcano di fango, noto comunemente sotto il nome di salsa di Sassuolo.

2. » Io l’avevo già visitata l’anno prima, venendo da Sassuolo2. Pieno di quanto avevo letto sui furori della terribile salsa, mi ero preparato l’animo a vedere qualche cosa di grosso, di spettacoloso. Un vulcano!... sia pure un vulcano di fango.... ma un vulcano che ha fatto impallidire tante generazioni!... Giunto coll’animo sospeso, al luogo dove li per i doveva trovarsi la gran belva, girando lo sguardo di su e di giù in tutti i versi, nulla mi si presentava che rompesse in nessun modo la monotonia dei dintorni. Dovetti domandare conto ai villani, i quali a mala pena compresero ciò che io cercassi, e col dito fecero segno a pochi passi di là. Io li guardai meravigliato, quasi volessi dire: — Voi non mi avete compreso: io cerco il vulcano.... quel

  1. Greco è il punto dell’orizzonte che sta di mezzo fra levante e tramontana: è quindi il nord-est.
  2. Vedi il sito di Sassuolo nella carta a pag. 268.