Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/269

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fine, quanto ci divertiva il sostenuto hem! hem! di papà Morris che non rassomigliava a niente ch’abbia inteso giammai. Una volta fra le altre, mentre emetteva uno di questi suoi incomparabili hem! hem! la porta della sala s’aprì bruscamente, ed intesi uno scellerato di mio fratello gridare con voce stentorea. “Carlo! Carlo! papà Morris aprì la porta col suo hem! hem!„ ed allora sommesse e pur interminabili risa circolavano fra i ragazzi ed io pure m’ebbi la mia parte.

Ma l’indomane era domenica. Il vecchio saliva la cattedra. E non è più ora nella sua piccola ed umile parocchia, predicando solamente ai lavoratori ed ai piantatori di pomi di terra; ma là siedono il governatore, i giudici R... e D..., il consigliere P..., infine tutto un uditorio d’uomini instruiti e letterati. Il padre Morris si leva, egli non sa che una cosa, non vuol sapere che una cosa, ed è, come direbbe egli stesso che, “Gesù fu crocifisso„.

Espone e commenta spiegandolo un passo della Scrittura; forse è il viaggio ad Emmaus e la conversazione di Gesù coi discepoli. Tosto i luoghi, le parole, gli atti sono evocati e s’offrono a voi sotto i più pittoreschi colori e s’assimilano ai luoghi che partecipano di nostra vita ordinaria. La strada d’Emmaus è la strada che conduce alla Nuova Inghilterra, colle sue barriere, i posti militari, i suoi ruscelli. In questa via vedete i discepoli, nella loro esitanza, il loro dolore e il loro spavento, e tutto ciò dipinto colla famigliarità di uno stile da sagrestia. Sorridete, siete sorpresi, ma nel medesimo tempo rimanete tocchi, e l’illusione cresce ad ogni istante. Vedete lo straniero che s’approssima, udite