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montoni. — Ebbene? giovinotto, diss’egli al pastore che passava da quella stretta apertura i nostri montoni sono entrati or ora costì essi pure; ed è ciò che io desiderava. — Dopo aver atteso un momento, per assicurarsi che tutta la mandra lo seguiva corse a tutte gambe verso la casa di papà Tim ed aprendo la porta del cortile, si avanzò sfinito di forze verso la casa di costui gridando della sua voce più forte.

— Papà Tim! quattro o cinque montoni si sono introdotti nel vostro giardino.

Papà Tim lasciò cadere la cote e la falce, che era in atto d’assestare.

— Io li metterò ben tosto in fuga, aggiunse il nostro eroe; ed entrò precipitosamente in giardino slanciandosi sull’inimico, che colpì di punta e di taglio fino a che ebbe evacuata la piazza. Infine padrone del campo di battaglia, egli saltò per dissopra la barriera, prese una grossa pietra che cacciò dietro al picchetto ponendolo in così dirotta fuga che era a credersi che nessun montone non si sarebbe avventurato a tentare una nuova invasione.

Tutto ciò fu l’affare d’un momento; ma al ritorno della sua spedizione, James era talmente privo di lena che fu costretto ad arrestarsi un momento, quindi sedersi a terra.

Papà Tim gettò su di lui uno sguardo sgarbato.

— Che mosca nell’aria v’ha pizzicato sì forte, disse il primo, per farvi girare in questa maniera? avrei potuto scacciare io stesso questi piccoli animali.

Se voi credete di scacciarli voi stesso, io posso farli entrare di nuovo nel vostro giardino, disse James.