Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/34

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thè, approfittando di un momento in cui si trovava solo con Grazia, esclamò spontaneamente:

— Io provo, o Grazia, per vostro padre, una vera amicizia.

— Ah!

— Sì, ed io l’amo tanto più, quanta maggior pena mi dà per contrastarlo.

— Ebbene io spero ch’egli risponderà ai vostri sentimenti per lui, disse Grazia. Poi credendo di veder allontanarsi le parole dal loro senso proprio, s’arrestò ed arrossì.

Ma James era troppo bene allevato o piuttosto nato troppo felicemente per far sembianze d’accorgersi del suo imbarazzo; si accontentò pertanto di rispondere:

— Io guadagnerò la sua amicizia, lo spero, ma vorrà egli convenire di questo cangiamento?

— Egli è il miglior uomo, ed agisce sempre come se temesse di sembrarlo.

James si raccolse in sè un secondo; levò gli occhi verso il sole cadente, i cui raggi splendidi brillavano come le onde dorate di un mare pacifico. Egli stese la mano, dalla finestra aperta per far cadere una goccia d’acqua che splendeva come diamante su d’un bottone di rosa.

Grazia seguiva con interesse tutti i movimenti del giovane, che non tardò a rompere il silenzio.

— Grazia, diss’egli in fine, io vado in collegio quest’anno.

— Voi me lo diceste jeri.

James si inchino sul geranio della ragazza; poi, tutte cogliendo le foglie morte del dolce fiore, riprese così: