Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/505

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(449-450-451) pensieri 477

ne viene a esser felice e  (450) perfetto). In maniera che, dove alla determinazione dell’uomo, non è necessario, anzi non può servir altro che la credenza; la cognizione, la quale si vuol che sola sia capace a determinarlo, viene a esser nemica della credenza e però della determinazione.      E invece che l’ignoranza tal qual è in natura, (non l’assoluta, cioè la negazione di ogni credenza o determinazione dell’intelletto, che in natura non si dà) conduca l’uomo o l’animale all’indifferenza, come pretendono; ve lo conduce anzi il sapere (e l’eterna esperienza lo prova). E l’uomo tanto meno, tanto piú difficilmente, lentamente, e dubbiamente si determina, quanto piú sa. Tanto minore è la determinazione, quanto maggiore è il sapere. E tanto è lungi che la credenza sia incompatibile coll’ignoranza, che per lo contrario è molto piú compatibile coll’ignoranza che col sapere.


*    Se poi ancora dubitaste di quello ch’io dico, cioè che in Adamo fu primitivamente infusa la credenza, come negli altri animali, e non la scienza propria; basta che osserviate quello che dice la Scrittura, che dopo il peccato egli acquistò la scienza del bene e del male. La scienza del bene e del male, non è altro che la cognizione  (451) assoluta, la credenza vera non piú relativamente ma assolutamente, la cognizione delle cose come sono, cioè buone o cattive, non relativamente all’uomo, ma indipendentemente e assolutamente; la cognizione della realtà, della verità assoluta che per se stessa è indifferente all’uomo e nociva quando il conoscerla è contrario alla natura del conoscente. Se dunque Adamo l’acquistò dopo il peccato, non l’aveva per l’avanti. In fatti la Scrittura dice espressamente che non l’aveva, e il serpente persuase alla donna di peccare per acquistarla. Questo è un argomento vittorioso, ultimo, e decisivo. Come poteva essere infusa primitivamente la scienza in Adamo, se dopo e mediante il peccato egli acquistò la scienza del bene e