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     99Nel tempestoso Egeo in grembo a Teti
Si vede il fusto genitale accolto,
Sotto diverso volger di pianeti,
Errar per l’onde in bianca schiuma avvolto,
E dentro nata in atti vaghi e lieti
Una donzella non con uman volto,
Da zefiri lascivi spinta a proda
Gir sovra un nicchio, e par che ’l ciel ne goda.

     100Vera la schiuma, e vero il mar direste,
Il nicchio ver, vero il soffiar de’ venti:
La Dea negli occhi folgorar vedreste,
E ’l ciel riderle attorno e gli elementi.
L’ore premer la rena in bianca veste,
L’aura incresparle li crin distesi e lenti;
Non una, non diversa esser lor faccia,
Come par che a sorelle si confaccia.

     101Giurar potreste, che dell’onde uscisse
La Dea, premendo con la destra il crino,
Con l’altra il dolce pomo ricoprisse,
E stampata dal piè sacro e divino
D’erba e di fior la rena si vestisse,
Poi con sembiante lieto e pellegrino
Dalle tre Ninfe in grembo fosse accolta,
E di stellato vestimento involta.