Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/61

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encomiator degli antichi a scapito de’ moderni potrebbe soggiugnere, avervi in quest’ultimi maggior desiderio di comparire eruditi che non fosse ne’ primi; appunto forse perciò che la erudizione da molti è scambiata per dottrina, a quella guisa medesima onde sarebbe giudicato eccellente cavalcatore chi avesse il tallone guernito di ottimi sproni, o facesse bravamente scoppiare la frusta negli orecchi delle persone. Dotti e cavalcatori di simil fatta non sono mai mancati, né mancheranno, speriamo, a questo mondo, ove è tanto necessario che vi abbia chi sia innocente incentivo al buon umore di alcuni per altra parte molto inclinati alla malinconia.

Ripigliando il discorso delle citazioni, possono queste considerarsi in sè stesse, o riguardo l’opere in cui sono allegate. Considerate in sè stesse sono capaci di rimanere divise in più classi. Altre per verità sono necessarie, altre date dagli scrittori, come a dire, sopra mercato. Ove non più fanno che le parti d’esempi, ove all’incontro tengono luogo di ragionamento. Può dirsi di alcune che siano ornamento esteriore, di alcun’altre che parte sostanziale del libro. E via discorrendo. Riguardo all’opere ove sono allogate, hannovi opere che le rifiutano di qualunque specie esse sieno, ve ne hanno che le ricevono, ed anzi non ne saprebbero far senza. Le storie, a cagione d’esempio, quelle specialmente che scrivonsi da chi non vive contemporaneamente ai