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il paradiso delle signore |
desiderava fuor che l’oblio? Era ormai finito tutto: non chiedeva alle sue forze spossate che il coraggio della separazione. Fra pochi minuti, se fosse stata cosí forte da spezzarsi il cuore, avrebbe potuto andarsene sola sola a piangere in pace.
— Mi volevate vedere — disse con la sua aria calma; — ma sarei venuta anche da me, a ringraziarvi di tutta la bontà che avete avuta.
Nell’entrare, aveva veduto il milione sul banco, e tutto quel danaro, cosí in mostra, le dava noia. Sopra di lei, quasi a guardare la scena, il ritratto della Hédouin, nella cornice dorata, continuava a sorridere.
— Ve ne volete dunque andare a ogni costo? domandò il Mouret; e gli tremava la voce.
— Non posso fare a meno.
Allora egli le prese le mani e con immenso affetto, traboccante dalla lunga freddezza che si era imposta, le disse:
— E se vi sposassi, Dionisia, ve n’andreste?
Ma lei aveva tirate a sé le mani, e si dibatteva come sotto l’impeto d’un gran dolore.
— Non posso!...
— Non potete?... Ma io voglio!...
— Oh! signor Mouret, per carità, non dite cosí! Oh! non mi fate penare dell’altro!... Non posso!... Lo sa Dio se me n’andavo apposta, per impedire questa disgrazia!
E seguitava a difendersi, con parole interrotte. Non aveva sofferto abbastanza delle chiacchiere di tutto il magazzino? La voleva far passare agli occhi degli altri, e anche ai suoi propri, per una briccona? No, no; lei l’avrebbe tratte-
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