Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/136

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novella del cavaliere. 63


Tu ama quella donna quanto ti pare; io per conto mio l’amo e l’amerò sempre: non posso dirti altro davvero. Una volta che dobbiamo rassegnarci tutti e due alla prigione, segua ognuno la sorte che gli tocca.„

Grande e a lungo seguitò ancora la disputa fra loro due, se avessi il tempo di raccontarla, ma andiamo avanti. Per farvela corta, un giorno un duca famoso chiamato Piritoo, compagno di Teseo fin da quando erano bambini, andò in Atene per rivedere il vecchio amico e passare qualche tempo con lui allegramente, come era solito fare ogni tanto, giacché si volevano tutti e due un gran bene. Si volevano tanto bene, (dicono i libri che parlano di quei tempi,) che quando l’uno di essi morí, non dico bugie, l’altro andò a ritrovarlo fin giú nell’inferno. Ma ora non è mia intenzione scrivere questa storia.

Piritoo, dunque, conosceva benissimo. Arcita che aveva veduto crescere d’anno in anno in Tebe, cosicché gli voleva molto bene: e tanto fece e tanto pregò, che Teseo lo lasciò uscire di prigione. E non sola-