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la tempesta di notte 177


«E tu avevi paura?» domandò l’Annetta, facendo l’occhietto malizioso.

«Bisogna dirlo:... non ci avevo gusto:... tanto più che mi trovai al fianco un forestiero serio e posato, credo un tedesco, che, levando al cielo un viso più corrugato e più nubiloso del cielo stesso, diceva, spiccando le sillabe con espressione significante: — not-te.... cat-ti-va!

4. » Ormai battono le otto; un certo agitarsi di marinai, qual che grido di convenzione Le cabine. da parte del capitano, tutto indica che si sta per salpare. L’ancora è levata, il gran bestione comincia a farsi sentire, e sembra, colle prime manovre, alternare il soffio del gatto col ringhio del cane. Si ode un fischio acuto, prolungato; una scampanellata.... e le ruote cominciano a girare, battendo l’acqua colle robuste ale, e con tonfo, prima lento e misurato, poi rapido, incessante. Il piroscafo si move dapprima adagio quasi studiando il sentiero attraverso quel labirinto di bastimenti, così fitti nel porto di Genova, le cui antenne, colle vele ammainate, figuravano una foresta di alberi sfrondati dalla grandine, biancheggianti come fantasmi al chiarore dei lampi. Eccolo ormai libero, all’imboccatura del porto.... rasenta gli argini più avanzati, fiancheggia le artificiali scogliere, costrutte a difesa degli argini contro il furore delle onde, e pi glia bravamente il largo....

» D’un tratto ci sentiamo portati in aria di peso noi e il bastimento; poi in un subito ci sembra di precipitare negli abissi,