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178 serata x

quasi una voragine si fosse spalancata d’improvviso per ingojarci. Era la prima ondata di mare già grosso.... Io credo che tutti i visi divenissero in quel punto pallidi e flosci come cenci. Dico credo; perchè la fitta oscurità ci rendeva tutti ugualmente di quel colore che non ha colore. Fatto sta, che senza passarci parola a vicenda, come branco di topi che infilano il buco al rumore di una pedata, tutti, l’un dietro l’altro, guadagnammo il boccaporto e infilammo la scaletta, che ci conduceva alle nostre cabine».

«Che cosa sono codeste cabine?» chiese la Lucia.

«Imaginatevi di essere in una stanza che serva di libreria, le cui pareti siano coperte da scaffali, divisi a palchetti, come gli scaffali ordinarî da riporvi i libri. Invece dei libri mettete in ciascun palchetto un letticino: cioè un materassino, un guancialino, un lenzolino, una coltrina.... tutto in diminutivo, poichè quel lettuccio stretto, corto, è fatto perfettamente a misura di una persona di proporzioni molto ragionevoli, che sappia dormire senza troppo distendersi, senza troppo sbracciarsi, e sopra tutto senza dar le volte, sotto pena di un capitombolo. Ciascuno di noi aveva il biglietto portante il numero della cabina che gli era destinata.

» Giunti, come vi dicevo, in quel salotto, potei verificare ciò che avea supposto; vedere cioè, come il Conte Ugolino,

«Per quattro visi, il mio aspetto istesso».

5. » Tutti avevano perduta la favella.... Quel pretino, così vispo, così persuaso di passare una notte beata, diede appena due tentennate, poi di lancio, sgusciando, senza far motto, come una biscia inseguita, tra le gambe de’ compagni, si cacciò nella prima cabina, che incontrò a terreno.... sua o non sua, non importa.... e diè tosto principio al gioco».

«De’ tarocchi?» domandò la Gigia.

«Sì davvero!... un bel tarocco, se provassi;... il gioco del mal di mare.... capisci?».

«E che cos’è codesto mal di mare?».

«Che cos’è?... Vi potrei rispondere come rispose Tonio di Belledo1, quando volle dare quella tale definizione del fulmine».

«Come?» chiesero in coro; «Tonio di Belledo ha dato una definizione del fulmine?».

  1. Terra del circondario di Lecco.