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— Io desidero, diss’egli d’un’aria grave, avere un piccolo abboccamento seco voi. Vorrete voi permettermi d’accompagnarvi fino a casa vostra?

— Fa molto caldo e la strada è lunga.

— Oh! non importa, disse James, se voi aggradite la mia proposizione.

Accettata la proposizione, avreste veduto come l’ardente giovane dava libera carriera ai nuovi pensieri che l’eloquenza di Giorgio Griswold aveva fatto sorgere nel suo spirito. Egli indirizzò al ministro un amasso di domande, dandogli una folla di problemi. Un mese di studi e di riflessioni sarebbero appena bastati a rispondere alle une e risolvere gli altri.

― Io non saprei per il momento occuparmi delle vostre domande, disse il ministro, arrestandosi davanti alla porta di suo padre.

― Ebbene quando credete voi che noi possiamo riprendere il nostro colloquio? disse James pressantemente Mi permettete di venire a vedervi questa sera?

Il ministro gli accordò questa domanda sorridendo, e James partì così pieno dei nuovi pensieri, che passò davanti a Grazia senza vederla.

Da questo momento, cominciò a stabilirsi fra i due giovani un’amicizia eloquentemente favorevole alle contrarietà di papà Tim; amicizia che sembrava l’alleanza della sera col mattino, se questa alleanza fosse possibile; da una parte impeto, freschezza; dall’altra pace e dolcezza.

Affievolito da uno stato di cattiva salute, dal fervore di una carità infinita, e dagli sforzi incessanti del pensiero, Giorgio tornava dell’attraenza nel