Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/53

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zione per diventare ciò che voglio; ma, a qualunque posizione ch’io giunger possa, qualunque fortuna ch’io possegga, il mio credito, il mio bene, la mia attività e i miei talenti saranno sempre pel servigio di Dio e de’ miei simili; ed allora, o Grazia, tuo fratello che è in cielo, se ne rallegrerà.

— Io credo che già fin d’adesso se ne rallegri, disse Grazia.„ Poi dopo una pausa; soggiunse: “Quanta riconoscenza non vi dobbiamo! Io non so ciò che saressimo diventati, senza la vostra presenza qui. Sì, voi vivrete per imitare mio fratello, e forse per far ancora più di bene.„

. . . . . . . . . . . . . . .

Cinque anni dopo, James, stabilito in qualità di ministro in uno de’ più considerevoli villaggi dello Stato di C... godeva di grande riputazione di eloquenza ie carità.

In una serata d’autunno, erasi visto, ad una estremità di quel villaggio, un’uomo di alta persona, e ciglia aggrottate.

“Hoh, hoh! gridò quell’estraneo ad un contadino che lavorava in un campo, che città è quella che scorgesi colaggiù?

— È Farmington, signore.

— Ebbene! Vorrei sapere se potete darmi informazioni su un giovane che vi ha dimora. È uno de’ miei figli!

— Uno de’ vostri figli; che nome porta?

— Ma, disse il vecchio, levando il cappello, io credo che si chiami James Benton.

— James Benton! è il nome del nostro ministro.