Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/116

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     Da l’altra parte v’è intagliato il piante
Che fan le sue dolenti, e pie sorelle
Lungo il gran fiume, ove si dolser tanto,
Ch’il cordoglio n’andò sovra le stelle,
Onde cangiato il lor corporeo mamo
Le vaghe membra, e le chiome inte, e belle
Come il Ciel per pietà dispose, e volle,
Tenera fronde, e duro legno avvolse,

     Le braccia in rami andaro, in fronde il crine,
E i piedi diventar ferme radici;
Cotal ebbe il lor pianto acerbo fine,
E le luci già sante, alme, beatrici,
E le polite membra, e pellegrine,
Ch’altri sperar godendo esser felici,
Per divina sentenza in breve forza,
Una amara converse, e dura scorza.

     Indi poco lontan sovra un gran sasso,
Cui verde musco d’ogni intorno appanna,
Con gli occhi fitti giù nell’onda abbasso,
E in man tenendo una tremante canna,
Caniuto vecchio, e per molti anni lasso.
Con l’amo i pesci d’allettar s’affanna:
Nero argento pareggia, a chi ben mira
La preda, che a lo scoglio aduna, e tira.