Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/66

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solve in articoli, appendici, relazioni, comenti a tuttociò che si fa, che si dice, e che si scrive dagli uomini di questo e di quel paese, anno per anno, mese per mese, settimana per settimana, e fin anco giorno per giorno? Abbiamo trovato, mercè il maraviglioso progresso de’ lumi, paragrandini, parafulmini, e presto presto troveremo parauracani, almeno se continueranno a visitarne con la frequenza e l’impetuosità di questi ultimi giorni, ma qual sarà l’ingegno che sappia trovare e porre in esecuzione i paragiornali? Oh! i giornali non devastano campagne, non abbattono alberi, non disculminano campanili, ma, oltre all’insidiare quel prezioso metallo cui le tasche non sanno mai custodire abbastanza bene, rubano il tempo e spesso ancora la pace de’ troppo creduli o de’ troppo appassionati lettori. Ci ricorda di quel cotale, che, venuto a contesa intorno il merito dell’Ariosto paragonato a quello del Tasso, s’infervorò per modo nella disputa, da dover indi battersi in duello col suo avversario, e rimanerne mortalmente ferito; e dicesi che sul finire, pronunziasse le seguenti parole: ciò che più mi annoia si è di avermi fatto ammazzare a cagione di un libro che non ho mai letto. Non so di duelli successi per causa d’articoli di giornale, ora specialmente che il suicidio ha soppiantato il duello nell’opinione de’ così detti uomini di onore: ma di orrende baruffe, e di amicizie o