Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/73

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me può dunque accadere che tra i vizii rimproverati alla moderna poesia siano l’astrusità, l’ ambiguità, l’oscurità, ed altri tali? Ben è vero che ci ha una volgarità astrusa, un’ambigua precisione, un’oscura chiarezza; ma questi sono difetti degl’infimi, e noi nè degli infimi, nè dei mediocri intendiamo parlare. Parliamo de’ sommi parliamo di que’ difetti che per non andar disgiunti da alcune eminenti virtù possono dirsi costituire il tutto della maniera di comporre seguita da una data scuola, in un dato tempo.

Ma, a voler parlar schiettamente, la nostra poesia fu ella mai popolare? Non sarebbe un curioso problema a proporre il seguente: come l’Italia, riverita da tutte le nazioni qual contrada eminentemente poetica, e in cui si parla una lingua tutta armonia, non abbia a citare troppe poesie veramente popolari? V’è nulla di men popolare degl’improvvisatori? Eppure son questi che rappresentano, da volere a non volere, la tendenza naturale della nostra nazione alla poesia. Ma quali temi sono ad essi proposti? Con qual entusiasmo ne vengono ai loro esperimenti? Che lingua vi adoprano? Quali dei loro versi ottengono di preferenza i battimani? E severo, anzi ingiusto, il modo onde sono da taluno giudicati; ma chi non vorrà dire per altra parte avvilito, e falsato da essi medesimi il nobile lor ministero? Forse alle nazioni inverniciate la poesia sdrucciola sopra troppo leggermente ma dav-