Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/79

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miglior preludio che arrischiar si potesse da noi, ponendoci a parlare di canzoni popolari: chi di questi versi non rimanesse contento gran fatto, è da noi pregato per cortesia a non perdere punto del proprio tempo nella lettura del nostro articolo. La prosa non gli farebbe a gran pezza il piacere che potevano fargli questi semplicissimi, e nella loro semplicità carissimi versi. E crediamo tuttavia che debbano contentare buona parte de’ nostri lettori, e per questi appunto ci dà l’animo di continuare colle nostre considerazioni sulla poesia popolare, giovandoci in questo secondo articolo, che protestiamo esser l’ultimo, meglio assai degli esempi che delle teoriche.

Le canzoni popolari dovrebbero avere una poetica affatto particolare, o a meglio dire non dovrebbero averne veruna. Un modó proverbiale, un volgarissimo ritornello, sono per lo più le principali bellezze di siffatti componimenti. Alludendo ad alcune particolarità tutte proprie del teinpo o della contrada; rinfrescando all’età matura le credenze e i prestigii degli anni infantili; lusingando pregiudizii e passioni che tutti, qual più qual meno, coviamo nel nostro secreto, ma pochi ardiscono mostrare all’aperto; interpretando per conseguenza i misteri della nostr’ anima, senza affettare di averla esplorata; egli è di questa maniera che le canzoni popolari, accompagnate dal ritmo e dall’armonia, che