Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/362

Da Wikisource.

zola

ty non poté piú resistere alla tentazione del prezzo mite. Se lo comprò, e il commesso che l’accompagnava lasciò lí tutto, seggiola, fatture, mercanzie.

Tra il fervore della vendita, dietro le signore, continuavano intanto le chiacchiere sulla Frédéric.

— Davvero! aveva un amante? — diceva una ragazza venuta di fresco.

— Quello dei bagni, sicuro! — rispose Clara. Le acque chete rovinano i ponti; e poi, si sa, certe vedove cosí tranquille...

Allora, mentre Margherita le stava vendendo il mantello, la Marty si voltò, e, accennando Clara con la coda dell’occhio, disse pianissimo alla Desforges:

— Eccola lí; quella è l’amante del Mouret; un altro capriccio!

L’altra, stupefatta, guardò Clara, poi di nuovo Dionisia, e rispose:

— Ma no, è quella piccolina!

E non osando la Marty affermare piú nulla, la Desforges, a voce piú alta, con un disprezzo da signora che discorra di cameriere:

— La grande, la piccola, tutte quelle che lo vogliono!

Dionisia aveva sentito: impallidí, e alzò i suoi grandi occhi puri sulla signora che la feriva a quel modo, e ch’ella non conosceva nemmeno. Doveva essere colei di cui le avevan parlato, l’amante del Mouret. Nell’occhiata che si dettero, Dionisia ebbe allora una dignità piena di tanta tristezza, tale una schiettezza di candore, che Enrichetta perse un po’ del suo contegno:

— Giacché non avete nulla che mi vada, — disse a un tratto — portatemi ai vestiti.


360