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da lavoro, di cui non aveva punto bisogno; ma la Guibal, con la sua solita pace, le osservò:

— Che vuol dire? lo renderete!... Avete visto? non ci vuol niente... Fatevelo portare a casa: lo mettete nel salotto, gli altri ce lo vedono; poi, quando v’è venuto a noia, lo riportate.

— To’! questo mi piace! — esclamò la Marty. — Se mio marito se la prende un po’ troppo calda, riporto ogni cosa.

E con quella scusa non stette piú a fare i conti, ma comprò, e comprò col bisogno intimo di tener tutto per sé; perché non era davvero di quelle donne che riportano.

Finalmente giunsero ai vestiti. Ma mentre Dionisia stava per consegnare a una delle ragazze la seta della Desforges, questa parve si ricredesse, e disse che voleva pigliare uno di quei mantelli da viaggio, quello grigio chiaro, col cappuccio; e allora Dionisia dové aspettare pazientemente per ricondurla all’altra sezione.

Sentiva come la signora la volesse trattare da serva, con quei capricci da cliente imperiosa; ma voleva non sgarrare una linea dal suo dovere, e si serbava apparentemente tranquilla, per quanto ogni tanto si sentisse sul punto di ribellarsi. La Desforges non comprò nulla alla sezione dei vestiti.

— Mamma! — disse Valentina — quel vestitino lí, se mi stesse!...

La Guibal stava spiegando sommessamente alla Marty in che modo procedeva lei. Quando un vestito le piaceva, se lo faceva mandare, ne ricavava il modello e poi lo rimandava. E la Marty comprò il vestito per la figliuola, sussurrando:


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