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zola


— Ero con la Desforges, e ho incontrati questi signori.

Giungevano in quel punto le altre signore. Il Mouret le aveva accompagnate e le trattenne ancora un momento per mostrar loro il Jouve, che pedinava sempre la donna gravida e l’amica.

Era da non credere quante ladre restavan colte mentre rubavan trine. La De Boves, che ascoltava, si vedeva già messa tra due guardie, alla sua età di quarantacinque anni, col suo lusso, con un marito che esercitava un cosí alto ufficio; eppure non sentiva rimorso, e pensava che avrebbe fatto meglio a ficcarsi la trina in una manica. Il Jouve intanto, disperando di coglierla sul fatto, s’era risolto di fermare la donna gravida, quasi sicuro che si fosse empita anche le tasche con una sveltezza di mano tale, da non farsi scorgere. Ma quando l’ebbe tirata da parte e la frugò, rimase male a non trovarle addosso nemmeno una cravattina, nemmeno un bottone. L’amica se n’era andata. Allora capí; la donna gravida era per tenerlo a bada, e chi aveva rubato era l’amica.

Le signore ci si divertivano moltissimo. Il Mouret, un po’ stizzito, si contentò di dire:

— Il buon Jouve questa volta è stato messo nel sacco... ma si vendicherà!

— Oh! — conchiuse il Vallagnosc — non mi pare troppo adatto... Già, se vi rubano, fanno bene: chi v’insegna a metter lí in mostra tanta roba? Non si devono tentare, fino a questo punto, le povere donne senza difesa.

Furon le ultime parole che sonarono come la nota stridula della giornata, nel tumulto crescente dei magazzini. Le signore si separarono, attraversando un’ultima volta le sezioni affollate.


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