Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/576

Da Wikisource.

zola

agli occhi tanti dei casi strani, che credeva le donne capaci di tutto quando son prese dalla pazzia del lusso. Sapendo che il direttore conosceva la signora, fu con lei garbatissimo:

— Signora, noi scusiamo questi momenti di debolezza... Ma, ve ne supplico, pensate un po’ dove una cosí fatta dimenticanza di voi stessa vi potrebbe condurre. Se vi avesse visto qualcun altro prendere le trine e...

Ma lei l’interruppe indignata. Lei una ladra! per chi la pigliavano? Era la contessa De Boves! il suo marito era ispettore generale degli stalloni! era ricevuto a corte!

— Lo so, lo so, signora rispondeva con tutta pace il Bourdoncle. — Ho l’onore di conoscervi... Ma cominciate dall’aver la bontà di tirar fuori le trine che avete addosso...

Lei ricominciò a gridare, senza lasciargli dire una parola, bella nella sua furia, osando perfino piangere come una gran signora oltraggiata. Chiunque altro sarebbe stato commosso e avrebbe temuto uno sbaglio deplorevole, perché lei lo minacciava perfino di rivolgersi ai tribunali per vendicarsi d’una tanta ingiuria:

— Pensate a quel che fate! il mio marito andrà anche dal ministro!

— Via, via! siete come le altre! — disse alla fine il Bourdoncle non sapendosi piú frenare.

— Lo volete proprio? vi frugheranno.

Lei non si scosse; anzi, come sicura di sé, rispose superbamente:

— Sta bene, frugatemi... Ma, ve l’avverto, correte un gran rischio.

Il Jouve andò a cercare due ragazze. Quando tornò, avvertí il Bourdoncle che la figliuola di quella signora non si moveva di sull’uscio; e gli


574