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nota a zola

essere continuata. La prima appendice è stata pubblicata ieri: oggi niente: lo dico per sua regola.

Mi saluti la signora Nella, e abbia un abbraccio di cuore dal

Suo aff.mo

Ferdinando Martini


[febbraio 1883]

Caro Mazzoni,

Io non so dirle in quali angustie mi trovo. Sebbene il Popolo Romano abbia oggi cominciato a stampare soltanto metà d’appendice, nondimeno non c’è piú una riga di traduzione, domani non si potrà stampare il romanzo, e que’ signori mi minacciano di danni ecc. Io non Le sto a dir nulla. Ella intenda da sé: mi raccomando, e se per caso non potesse continuare nel lavoro, mi rimandi l’originale e mi sobbarcherò io al lavoro. Pur d’uscire di queste pene.

Mi saluti la signora Nella, e mi aiuti.

L’affezionatissimo

Ferdinando Martini


Nessuno pensò a mandarmi da Roma, via via, Il Popolo Romano, ed io non mi curai di procurarmelo. Quello lí, per me, non era stato un lavoro di cui mi potessi compiacere, né d’essermici messo, né d’averlo terminato. E non seppi poi nulla di ristampe che ne fossero state fatte.

Passarono anni molti: ed ecco l’amico mio G. A. Borgese scrivermi affettuosamente se volessi, per la Casa Mondadori, curare un’edizione nuova, anzi rinnovata, del Paradiso delle signore, poi ch’egli aveva (non so ancora come e da chi) saputo ch’ero stato io il traduttore del romanzo. Gli risposi, pregandolo che mi facesse almeno avere un esemplare d’una ristampa a lui nota e gli spiegai la parte che veramente avevo avuta io nella fatica, se non nell’arte, della traduzione. Giuntimi i due volumi della ristampa fiorentina fatta dal Salani nel 1926, potei finalmente rendermi conto del merito e del demerito nel troppo frettoloso lavoro. E, presi gli accordi col Borgese e con la Casa Mondadori, mi diedi fin d’allora a riscontrare pazientemente testo e traduzio-


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