Canto nazionale

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Goffredo Mameli

1847 poesie letteratura Canto nazionale Intestazione 11 settembre 2008 75% poesie

 
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
5Dov'è la vittoria?!
Le porga la chioma,
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
          Stringiamci a coorte,
          Siam pronti alla morte;10
          L’Italia chiamò
     Noi siamo da secoli
calpesti, derisi
perché non siam Popolo
15perché siam divisi
raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
          Stringiamci a coorte,20
          siam pronti alla morte;
          l’Italia chiamò.
     Uniamoci, amiamoci,
l’unione e l’amore
25rivelano ai popoli
le vie del Signore;
giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti per Dio,
30chi vincer ci può!?
          Stringiamci a coorte,
          siam pronti alla morte;
          l’Italia chiamò.
     Dall’Alpi a Sicilia
35dovunque è Legnano,
ogn’uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
i bimbi d’Italia
si chiaman Balilla,
40il suon d’ogni squilla
i Vespri suonò.
          Stringiamci a coorte,
          siam pronti alla morte;
          l’Italia chiamò.
     45Son giunchi che piegano
le spade vendute:
ah l’aquila d’Austria
le penne ha perdute;
il sangue d’Italia
50bevé, col Cosacco
il sangue polacco:
ma il cor le bruciò
          Stringiamci a coorte,
          siam pronti alla morte;
          55l’Italia chiamò.


Testo autografo