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Verbali del Consiglio dei Ministri della Repubblica Sociale Italiana settembre 1943 - aprile 1945/16 aprile 1945

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Resoconto della Riunione del 16 aprile 1945

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15 marzo 1945 21 aprile 1945

Presidenza del Consiglio dei Ministri:

Decreto relativo al proscioglimento dal giuramento prestato al re dai dipendenti degli enti pubblici (RSI,Presidenza,fasc. 163)

Ministero degoli Affari Esteri:

Decreto concernente il collocamento a riposo, per ragioni di servizio, del Console di 2^ classe Nasi Giovanni Maria ( RSI, Affari Esteri, fasc. 84)

Decr. Min. 30 marzo 1944, n. 976, relativo all’estensione a tutti i Consoli all’estero della facoltà prevista dall’art.38 della Legge Consolare in materia di esenzioni dalle pubblicazioni matrimoniali (RSI, Affari Esteri, fasc. 85)

Ministero dell’Agricoltura e Foreste, poi della Produzione Agricola e Forestale:

Decr. Min. 26 settembre 1994, n. 691, concernente l’abolizione della quota statale di integrazione del prezzo dovuto agli allevatori del bestiame bovino (RSI, Produzione Agricola e Foredstale, fasc. 59)

Ministero dell’Economia Corporativa:

Decreto recante norme sulla polizia delle Miniere e delle Cave (RSI, Produzione Industriale, fasc. 128)

Decr. Min. 29 settembre 1944, n. 823, relativo alla soppressione e messa in liquidazione dell’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione e nomina dell’avv. Fabbrici a Commissario liquidatore (RSI, Produzione Industriale, fasc. 129)

Decr. Min. 15 maggio 1944, n. 877, riguardante la composizione del Gabinetto del Ministro dell’Economia Corporativa (RSI, Produzione Industriale, fasc. 130)

Decr. Min. 1 agosto 1944, n. 870 concernente la soppressione dell’Ufficio Metalli nazionali e sua liquidazione (RSI, Produzione Industriale, fasc. 131)

Ministero delle Finanze:

Decr. Min. 21 febbraio 1945, n. 39, circa variazione della tariffa di vendita di tabacchi lavorati (RSI, Finanze, fasc.334)

Decr. Min. 17 gennaio 1945, n. 30, concernente variazioni agli stati di previsione della spesa di taluni Ministeri nonché ai bilanci di alcune aziende autonome per l’esercizio finanziario 1944-45, per occorrenze straordinarie dipendenti dallo stato di guerra (RSI, Finanze, fasc.335)

Decr. Min. 17 gennaio 1945, n. 31 riguardante variazioni agli stati di previsione della spesa di taluni Ministeri nonché ai bilanci di alcune aziende autonome per l’esercizio finanziario 1944-45, ed altri provvedimenti di carattere finanziario (RSI, Finanze, fasc.336)

Decr. Interm. 26 gennaio 1945, n. 49, concernente disposizioni eccezionali per la ricostruzione degli atti e documenti degli Uffici Finanziari distrutti o danneggiati da eventi bellici (RSI, Finanze, fasc.337)

Decr. Min. 30 dicembre 1944, n. 1035 riguardante l’imposta di registro per i contratti dell’Azienda nazionale idrogenazione combustibili (RSI, Finanze, fasc.338)

Decr. Min. 30 dicembre 1944, n. 1036 che modifica lo statuto dell’EGELI e istituisce il posto di direttore generale (RSI, Finanze, fasc. 339)

Decr. Min. 30 gennaio 1945, n. 34 riguardante la sistemazione del personale del lotto inattivo per cause di guerra (RSI, Finanze, fasc. 340)

Decr. relativo alla modificazione delle disposizioni concernenti l’amministrazione dell’INA (RSI, Finanze, fasc. 341)

Decr. concernente l’assegnazione di volontari dell’Amministrazione doganale ad altri ruoli provinciali dell’Amministrazione finanziaria (RSI, Finanze, fasc. 342)

Ministero delle Forze Armate:

Decreto concernente il ripristino, con lievi varianti, dell’art. 14 del decreto legge 27 luglio 1934, n. 1340, relativo al trattamento economico di pensione al personale militare della disciolta Aeronautica regia (RSI, Forze Armate, fasc. 182)

Decreto concernente la definizione della posizione, ai fini dell’avanzamento, dei sottufficiali della disciolta Marina regia (RSI, Forze Armate, fasc. 183)

Decreto riguardante la costituzione del Capo e del Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana (RSI, Forze Armate, fasc. 184)

Decreto riguardante la costituzione dell’Ispettorato delle Truppe Alpine (RSI, Forze Armate, fasc. 185)

Decreto relativo alla istituzione per il II Gruppo Caccia di una cassa speciale “Premi del Duce” (RSI, Forze Armate, fasc. 186)

Decr. Min. 8 novembre 1944, n. 1040, relativo alle pratiche disciplinari a carico degli ufficiali della Marina da Guerra e dell’Aeronautica (RSI, Forze Armate, fasc. 187)

Ministero dell’Interno:

Decreto contenente norme in materia di matrimoni con stranieri (RSI, Interno, fasc. 132)

Decreto col quale viene stabilita la continuazione del pagamento degli assegni supplementari di congrua a favore dei membri del Clero sfollato dalle regioni invase dal nemico (RSI, Interno, fasc. 133)

Decreto relativo alla soppressione delle Comunità Israelitiche (RSI, Interno, fasc. 134)

Ministero dei Lavori Pubblici:

Decr. Min. 12 ottobre 1944, n. 895, concernente l’approvazione dello statuto del Consorzio del canale Milano-Cremona-Po (RSI, Lavori Pubblici, fasc. 24)

Ministero del Lavoro:

Decreto sulla composizione della Commissione Centrale per la Socializzazione (RSI, Lavoro, fasc. 8)


La pubblicazione da cui abbiamo attinto il testo integrale di tutti i Verbali del Consiglio dei Ministri della R.S.I. riporta anche:

L’elenco di 118 (centodiciotto) provvedimenti non menzionati nei verbali ma che dalla Gazzetta Ufficiale risultano passati per il Consiglio dei Ministri o sottoposti alla sua ratifica.

L’elenco di altri 199 (centonovantanove) provvedimenti non pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale ma conservati nella raccolta degli originali delle leggi e decreti della R.S.I.


Dal Diario del Ministro Carlo Alberto Biggini (da Mussolini e il professore di Luciano Garibaldi – Mursia editore pag 316-319):

16 aprile 1945

Stamane nella residenza del Duce ha avuto luogo un importante Consiglio dei Ministri; la riunione, presieduta dal Duce e presenti tutti i Ministri, è durata dalle 10,30 alle 14. Esaurito in pochi minuti l’ordine del giorno amministrativo, il Duce ha fatto un esame ampio e completo della situazione politico-militare da un punto di vista generale. “La situazione è grave, estremamente grave” dice il Duce, “su tutti i fronti. Se le battaglie in corso dovessero terminare sfavorevolmente per la Germania, l’esercito tedesco continuerebbe a resistere in Norvegia, in Baviera, sulle Alpi, nelle basi atlantiche, in Alta Italia, Valtellina e Cadore”. Al nascere di formazioni partigiane in Germania il Duce non ci crede. “ C’è e sempre più ci sarà una resistenza passiva da parte della popolazione tedesca, almeno nella sua grande maggioranza, di fronte agli occupanti e allo straniero. Intanto potranno avvenire dei fatti nuovi nel settore politico: anche dei fatti improvvisi, come recentemente è avvenuto con la morte di Roosevelt. Il nuovo Presidente americano continuerà a fare la guerra perché non ne può fare a meno, ma le conseguenze della morte di Roosevelt ci saranno. Non immediate ma ci saranno. I soldati tedeschi si sono battuti e continuano a battersi eroicamente, la loro lotta ha del leggendario, è veramente epica, ma non sono stati accompagnati dalla politica. Su questo punto i camerati germanici non mi hanno voluto ascoltare, non mi hanno seguito: oggi la situazione politico-strategica sarebbe un’altra.”

Come fatti recenti d’incomprensione politica il Duce cita l’episodio Diamanti, ossia la meraviglia dei tedeschi di vederlo nominare comandante della piazza di Milano, e il colloquio del 23 marzo scorso tra Ribbentrop e il nostro Ambasciatore a Berlino Anfuso, durante il quale colloquio il Ministro degli Esteri tedesco si preoccupava di cose interne italiane di scarso valore o di irrilevante carattere politico. “Insomma” dice il Duce “la politica è mancata, mentre gl’inglesi la sanno fare egregiamente. E’ una dolorosa constatazione, ma è la verità. Per l’impero inglese si battono tutti i popoli e si battono, quel che più conta, allegramente, volentieri. Appena 250 mila sono i morti inglesi in questa guerra.”

Il Duce parla poi di alcuni problemi relativi al rimpatrio dei nostri operai dalla Germania. Concludendo afferma che la dichiarazione di resa da parte della Germania non ci sarà e che intanto stanno maturando fatti politici.

Prende poi la parola il Maresciallo Graziani che fa un’ampia e dettagliata relazione su la situazione militare italiana. Lo schieramento difensivo sulle Alpi è immutato: gli attacchi dei Francesi si sono infranti e i nostri soldati e quelli germanici si sono battuti molto bene. “Sul fronte del Tirreno” dice Graziani, “gli anglo-americani sono avanzati occupando Massa e Carrara, la spinta offensiva è diretta verso La Spezia, ma la manovra non è importante e non è grave. Tra l’Adriatico e Bologna sino all’Appennino la manovra nemica è più vasta e più seria e anche più grave: l’obiettivo, per ora, è Ferrara, e, per conseguenza, il Po. L’azione nemica si è intensificata ed ancor più s’intensificherà: mira a sfondare.” L’azione aerea nemica, spiega Graziani, si esercita intensa sulle nostre difese, su le batterie, e poi avanzano vari tipi di carri armati, cui seguono le fanterie. La caduta di Ferrara e una testa di ponte sul Po potrebbero essere fatali, fatali per tutto lo schieramento dall’Adriatico al Tirreno.

“I comandanti delle nostre truppe” dice Graziani, “mi chiedono: cosa dobbiamo fare ? Il supremo comandante tedesco in Italia mi ha detto: - Se potessi portarmi al di qua del Po lo farei volentieri, ma non ho ordini, in tal senso, dal comando supremo generale –“.

Gli anglo-americani attaccano nel settore principale con 20 divisioni: ne hanno 4 o 5 di riserva, più 3 brigate di paracadutisti. I tedeschi, più i nostri reparti, contrappongono in questo stesso settore dalle 16 alle 17 divisioni. A proposito di una possibilità di sbarchi, Graziani pensa eventualmente verso Trieste, se non altro per contrastare, da parte degli anglo-americani, l’arrivo dei russi.

“Noi” dice Graziani, “siamo inseriti nello schieramento dell’esercito germanico: gli ordini che posso e potrò dare io, sono quelli che ho e che avrò dal comando supremo tedesco. Al momento opportuno” dice Graziani “darò direttive ai capi di stato maggiore e ai comandanti delle nostre divisioni e, in caso di ritirata, le direttrici saranno verso la Valtellina e il Cadore.”

Il Duce dice di essere pessimista su la possibilità di ritirata delle nostre divisioni: pensa che possano sfaldarsi ed andarsene a casa. Graziani parla di un lieve aumento delle diserzioni e poi critica la recente disposizione tedesca che riduce la razione di viveri e la razione delle sigarette.

Segue il Ministro Zerbino, il quale esamina ampiamente la situazione interna: essa si è aggravata, ma, per fortuna, non è direttamente proporzionale alla gravità della situazione militare. Potrebbe, però, diventarlo. La situazione più grave è nelle provincie del Piemonte, e legge un telegramma riguardante un’azione di ribelli contro Alba, ove un nostro presidio sta combattendo e resiste in attesa di aiuti.

A questo punto il Duce osserva che i partigiani, riforniti per via aerea dagli anglo-americani, sono armati bene. “Hanno, naturalmente, un mordente superiore a qualche mese fa, ma non bisogna credere che siano dei leoni. I tedeschi hanno sbagliato a fare dei patti locali di buona amicizia con i partigiani: al momento opportuno, come è avvenuto in questi giorni a Massa e Carrara, gli salteranno addosso. Nell’intimo le forze partigiane hanno un solo desiderio, sterminare i tedeschi. E i tedeschi hanno creduto” dice il Duce “di poter assistere impassibili alla lotta tra fascisti e antifascisti”.

Zerbino termina la sua esposizione parlando di alcune situazioni provinciali. Segue poi il Ministro Moroni, il quale illustra ampiamente, con cifre, dati, e raffronti statistici, la situazione alimentare in tutti i suoi aspetti. Parla pure delle richieste tedesche, spiega quanto esse incidono e le ritiene assolutamente eccessive.

Io a questo punto dico che molti hanno l’impressione che i tedeschi continuino la resistenza in Italia solo per poter portare via quel poco che ancora ci rimane, anche dal punto di vista alimentare.. Il Duce osserva che su questo punto bisogna essere molto fermi e decisi di fronte alle richieste tedesche e che bisogna concedere solo quanto è necessario alle forze armate, che combattono in Italia. Il Consiglio dei Ministri unanime concorda e Moroni dà direttive in tal senso.

Infine Pavolini riferisce su la situazione in Valtellina, su le azioni in corso contro i partigiani, che mirano a liberare il fondo valle e poi la strada dello Stelvio. In tale zona noi abbiamo una forza di circa 3 mila uomini, ma stanno per giungere 700 francesi nazionali, un battaglione germanico e altre forze. In Valtellina ci sono le centrali elettriche di Falck, della Edison, dell’Azienda Municipale di Milano, degli industriali milanesi, che alimentano il fenomeno partigiano. Parla poi ampiamente di tutta l’organizzazione che occorre dare a tale zona e della opportunità di concentrare a Milano tutti gli organi centrali di governo.

Per alcune particolari questioni prendono la parola Mezzasoma e Graziani e poi il Duce riassume la discussione, precisando che dal punto di vista dei rapporti italo-germanici sino al momento della emergenza non ci può essere nulla di nuovo e che il Consiglio dei Ministri tornerà a riunirsi subito, se gli anglo-americani riusciranno a formare una testa di ponte sul Po. Solo in tale ipotesi la situazione potrà diventare veramente critica. (…)


Note

  1. Si tratta del diciottesimo resoconto pubblicato dall'Archivio di Stato nel 2002 col titolo Verbali del Consiglio dei Ministri della Repubblica Sociale Italiana settembre 1943 - aprile 1945”, Vol. II – Appendice da pag. da 1333 a 1336. Questa riunione non venne verbalizzata. Tutti i provvedimenti predisposti, comunque, vennero discussi. A quella data, però, i fronti alleati si erano rimessi in movimento. Sul litorale tirrenico le difese evano ceduto, il 10 era caduta Massa e l’11 Carrara. Sul fronte della Garfagnana si attendeva l’ordine di ritirata (che arrivò il 17). Sul fronte adriatico, allo stesso modo, le difese stavano per essere sopraffatte. In tali condizioni il Governo si occupò necessariamente anche della situazione contingente e di come affrontare l’ultimo atto della tragedia. Dal Diario di Biggini sappiamo che furono presenti tutti i membri del Governo. Sembra utile, quindi, elencare quelli che erano gli argomenti all’ordine del giorno, la cui documentazione si è salvata ed è presente nell’Archivio di Stato. A questo faremo seguire il diario di Biggini.