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162 parte prima

partita di mule. Viaggiatore consumato, francese e ben provvisto, offrì un’amenissima compagnia, sicchè fu presto fatta l’amicizia tra noi, e si passarono benissimo i sei giorni di viaggio.

Al separarci in Santiago, mi dice: Amico, se vi trattenete nel Ciacco qualche mese, spero che ci rivedremo; e siccome porterò molte centinaia di mule, avrò anche molte e buone provvisioni. Se vi trovo mi tratterrò due giorni con voi a festeggiare il nostro incontro con dei buoni bocconi e del buon vino, chè allora ne dovrete aver bisogno.»

Accolsi l’augurio e ci salutammo.

Erano trascorsi sei mesi, che avevo passato sempre tra le boscaglie e le lagune del Salado: un giorno improvvisa, dirotta pioggia, anticipata su quelle della prossima stagione, e che continuò, mi lasciò diviso dai miei compagni con pochi dei miei uomini: le orme cancellate dall’acqua pel terreno riarso, non consentirono rifare il cammino a incontrarci. Vagavo perduto, abbandonato al caso, fradicio mézzo, senza cibo da 24 ore, senza fuoco....

Improvvisamente sento spari di armi da fuoco, poi silenzio....

«Saranno i miei compagni che mi avvisano dove stanno,» esclamo, e mi dirigo verso la direzione dei tiri.

A un tratto vedo sul suolo una scatola di fiammiferi.

«Che è mai? penso tra me, noi non avevamo di queste scatole.»

Proseguo, e trovo gingilli da orologio, e poi un fucile a trombone e poi una sciabola insanguinata.... Mi si rizzano i capelli allora, ma continuo coi miei uomini.

Di subito scorgo uno e poi due e poi tre cadaveri, sanguinanti, caldi ancora, deformati orrendamente, la faccia inzaccherata nel sangue e nel fango, il petto squarciato e strappatene le viscere!....

Mi affretto a lavare il viso ai cadaveri e.... ancor mi piange il cuore!.... riconosco il Brasiliano, il mio compagno di viag-