Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/203

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L’estrema idea funesta
Volgea per entro la commossa mente,
Quando la turba ecco, ahimè! fender vede,
E disperata a piede
La donna cadergli, oh Dio! che fai!
Donna fatal v’arresta!
Quanti sospir non sai
Costeranno a noi tutti i tuoi sospiri,
Ben altri, oh Dio, che questi tuoi non sono!
Per poco avvien che ’l pianto tuo m’adiri.
Ma che dico? ah sei madre, io ti perdono.
     E ben s’udieno ancorchè fiochi i gridi,
E vedeasi le lunghe ignude braccia
Stendere inverso i lidi
L’abbandonato stuolo,
Cui già dell’onde l’estrema minaccia
Appiede incalza, i fianchi
Crollano aperti, e ’l suolo
Parte parte scrosciando avvien, che manchi:
Un guardo solo, un guardo
Alla prostrata donna
Volge Brunsvico, e ’n suo pensier non tardo
Urta la turba, che più cauta vuole
Arrestar i suoi passi, ed oh parole
Degne ben, che scolpite entro ogni tempio
Alla posteritade ammiratrice
Faccian del secol nostro