Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/196

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capo primo 171   

male armati, vestiti di pelli, e combattevano più con la velocità e la bravura, straccando e tormentando i nemici, che colla forza e cogli ordinati argomenti della guerra.

VIII. Carlo stando in Reggio, e vedendosi così balestrato dalla fortuna avversa, conosceva che l’aragonese era mollo più di lui poderoso sul mare; non per copia di navi, ma perchè i Catalani e gli Aragonesi assai meglio che i Francesi ed i Napolitani erano provati e destri alle pugne navali. Accorgevasi dunque non poter niente operare in Sicilia sino a che una forte armata aragonese gliene impossibilitava il tragitto. Confidato adunque nel suo personal valore ed in quello de’ suoi Baroni, deliberò di sfidare re Pietro, o a tu per tu, o con quella scorta di cavalieri che gli fosse più a grado. Laonde da Reggio inviò a Pietro in Messina un Fra Simone da Lentini, o come altri vuole, due suoi cappellani vestiti da frati. Ai quali commise che, giunti alla presenza del suo competitore, gli esponessero dignitosamente l’ambasciata reale. La quale suonava in sostanza che Pietro ingiustamente aveva occupata la Sicilia; che quest’isola apparteneva alla Chiesa, dalla quale era stata ceduta a re Carlo per investitura del Pontefice; che quindi il possesso di Pietro era illegale e violento; e che re Carlo, per provarglielo, intendeva sfidarlo a singolar tenzone. Ma Pietro, considerando quella non essere imbasciata da frati, li congedò così di bello senza alcuna risposta; e nel giorno medesimo fece andare a Reggio il Visconte di Castelnuovo, e Pietro di Cheraldo, affinchè dopo di essersi chiariti che veramente quella disfida venisse da Carlo, potessero rispondere nella forma che più conveniva a persone di alto grado e di onore. Si appresentarono costoro a Carlo; e seppero che la cosa stava come i due frati l’avevano riferita.

Allora gli ambasciatori dissero a Carlo in nome di Pietro, che questi lo mentiva per la gola, e ch’era presto a sostenerglielo come più gli piacesse. Carlo elesse la pugna di cento contro cento, stabilendo che dalle due parti fossero nominate persone che facessero accordo del luogo e del tempo, in che tal combattimento avrebbe dovuto effettuarsi. Per trattar la cosa re Pietro mandò a Reggio Giovanni di Cannella, e Rinaldo de Limoges; ed i due re si diedero la posta in Francia nella città di Bordò. Ma questa pugna non ebbe poi sfogo per molte circostanze che non sono materia della storia nostra.

IX. Dopo tale appuntamento re Carlo (1283), distribuite le sue truppe in parecchie città di Calabria e lasciatone il maggior nerbo tra Reggio e la Catona, fece Luogotenente in queste contrade il suo