Pagina:Spanò Bolani - Storia di Reggio Calabria, Vol. I, Fibreno, 1857.djvu/197

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   172 libro quarto

figliuolo Carlo Principe di Salerno, e poscia prese il cammino per Roma. Di quella parte di esercito angioino, che stava alloggiato alla Catona, aveva la condotta il Conte di Alansone nipote di re Carlo. E come quella riviera di Calabria è assai propinqua a Messina, venne voglia agli Almogaveri di ricercare re Pietro del permesso di far passata in Catona, ed operar qualche fazione contro il campo nemico. Pietro non trovò motivo di negarsi al proponimento de’ suoi, e cinquemila Almogaveri sopra quindici galee mossero nel colmo della notte verso Catona, ed allo scocco dell’alba assalirono di viva forza quella terra; e la presero, mettendo ad uccisione la maggior parte de’ nemici: fra i quali erano cinquecento cavalli francesi stipendiati dal Pontefice. Appresso corsero al palagio, dove albergava il Conte d’Alansone; e tuttochè questo fosse pertinacemente difeso da molti gagliardi cavalieri che vi si erano ricoverati, e da quella gente che vi stava a guardia, nondimeno gli Almogaveri, tratti dal solletico delle grasse spoglie che sapevano esservi dentro, fecero tal furia che ne mandarono in terra le porte. E preso il Conte, crudelmente l’uccisero con quanti eran con lui, e nella stessa giornata, ricchi di preda, fecero ritorno in Messina. In quel mezzo Federigo Mosca Conte di Modica, che stava alla Scaletta con molte schiere di armati, spiccava in Calabria altri cinquemila Almogaveri, i quali si gittavano al guasto ed alla preda nelle vicinanze meridionali di Reggio.