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Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu/148

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136 facezie

CCXIII

Se a Dio siano più accette le parole o le opere.


Un tale che io conosceva, uomo assai arguto, chiese una volta a un frate, se a Dio fossero più accette le parole dei fatti; e avendo il frate risposto, i fatti: “Allora, disse, è assai più meritorio fare un Pater noster che dirlo.”


CCXIV

Di un Egiziano che era esortato

a convertirsi alla fede.


Un Cristiano esortava un infedele Egiziano, che aveva lunga abitudine di vita seco e che era venuto in Italia, a entrare in una chiesa un giorno che vi si celebrava la messa solennemente. E quegli accondiscese, e insieme co’ Cristiani fu alla messa. Interrogato poi, che cosa gli paresse delle cerimonie e della solennità di quell’ufficio, rispose che tutto gli era piaciuto, fuori di una cosa sola; che in quella messa non si osservava carità alcuna, perchè mentre tutti avevan fame, uno solo mangiava e beveva, non lasciando nè un briciolo di pane nè una goccia di vino.


CCXV

Di un vescovo spagnuolo che mangiò

le pernici per pesci.


Un vescovo spagnuolo che viaggiava in venerdì, discese ad un albergo, mandò il servo a comprargli de’ pesci, e questi, non ne avendo trovati, gli comprò due pernici. Il vescovo gli comandò di cuocerle e di servirgliele a mensa. Meravigliato il servo, che le aveva comprate per la domenica, ricordò al vescovo, mentre stava per