Vai al contenuto

Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/110

Da Wikisource.
Versione del 6 lug 2017 alle 15:24 di Sbubi (discussione | contributi) (Pagine SAL 100%)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

dans venise la rouge 103


in tutte le pose, chiuse in vesti oscure e sobrie o sfolgoreggianti nelle chiare vesti da festa, ma vediamo sfilare, innanzi a noi dei volti muliebri ove, volta a volta, vive un pensiero profondo, fra ciglio e ciglio, ove le labbra suggellate si sono serrate, ancor floride di giovinezza e di bellezza, si sono serrate ai baci, ai sorrisi, desiderose del più invincibile silenzio, ove la tenuità delle linee dice la delicatezza del cuore, e la trasparenza della carnagione dice la squisita sensibilità. Chi sono queste donne di Svezia, d’Inghilterra, di Francia, d’Italia, in loro attitudini differenti, che il catalogo dell’esposizione di Venezia indica, talvolta, con una sola iniziale, o con un nomignolo curioso, chi sono queste donne bionde come l’aurora eppure fini e fragili, destinate alla morte, presto, chi sono queste donne dalle capigliature nere ehe le covrono di un’ombra fosca, ove i loro occhi bruciano di passione e di disperazione? Ritratti! Esistono, innanzi al mare gelido e tempestoso del nord, queste donne dagli occhi verde chiaro, cristallini, che meditano, forse, la ribellione alla vita: esistono, fra i grandi