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Pagina:Tommaso Moro.djvu/43

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Improvvisa m’inonda. Ei m’aborriva,

Perchè gli astuti cortigiani a lui
Mi nascondean. Sovra il fedel suo servo,
Sovra colui, ch’ei già nomava amico
Riponendo lo sguardo, ah no! aborrirlo
Più non potrà! - Magnanima! in eterno
Memor sarò del beneficio tuo.
ANNA
Venni io medesma; ch’ansia troppo io m’era
Di consigliarti ponderato senno.
Guai se in questa udïenza il re tu offendi!
Saria l’estrema!
MARGHERITA
A noi soccorra il Cielo!
ANNA
Qual pur d’Arrigo opinïone od opra
Ti sembrasse dannevole, a biasimarla
Non affrettarti, o Moro. Il tempo darti
Potrà maggior vittoria. Io molto spero
Da tua virtù, dall’amistà che Arrigo
Ancor nutre per te. Sento, che dono
Alto a lui fo; alla patria mia, se ottengo
Che i degni vostri spirti ricongiunti
Al comun ben s’accordino una volta.
MORO
Dio tue speranze benedica!
ANNA
Andiamo.