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Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/277

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TERZO - ALCIONE



la loggia.

S
ETTEMBRE, il tuo minor fratello Aprile

fioriva le vestigia di San Marco
a Capodistria, quando navigammo
il patrio mare cui Trieste addenta
5co’ i forti moli per tenace amore.

Capodistria, succiso adriaco fiore!
Io vidi nella loggia d’un palagio
nidi di balestrucci appesi a travi
fosche, tra mazzi penduli di sorbe.
10Cinericcio era il tempo, umido e dolco.

Or laggiù, pel remeggio senza solco,
tu certo aduni i neribianchi stormi,
e quelli di Pirano e di Parenzo,
che si rincontreranno in alto mare
15con l’altra compagnia che vien di Chioggia.

E son deserti i nidi nella loggia,
e dei mazzi di sorbe son rimase
forse le canne appese pel lor cappio.
S’ode nell’ombra quella parlatura
20che ricorda Rialto e Cannaregio.

Una colomba tuba dal bel fregio.