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Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/338

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306 LA GERUSALEMME

II.


     Come dal chiuso ovil cacciato viene
Lupo talor, che fugge e si nasconde:
Che sebben del gran ventre omai ripiene
12Ha l’ingorde voragini profonde;
Avido pur di sangue anco fuor tiene
La lingua, e ’l sugge dalle labra immonde;
Tale ei sen gía, dopo il sanguigno strazio,
16Della sua cupa fame anco non sazio.

III.


     E come è sua ventura, alle sonanti
Quadrella ond’a lui intorno un nembo vola,
A tante spade, a tante lance, a tanti
20Instrumenti di morte alfin s’invola:
E sconosciuto pur cammina innanti
Per quella via ch’è più deserta e sola:
E rivolgendo in se quel che far deggia,
24In gran tempesta di pensieri ondeggia.

IV.


     Disponsi alfin di girne ove raguna
Oste sì poderosa il Re d’Egitto:
E giunger seco l’arme, e la fortuna
28Ritentar anco di novel conflitto.
Ciò prefisso tra se, dimora alcuna
Non pone in mezzo, e prende il cammin dritto
(Chè sa le vie, nè d’uopo ha di chi ’l guidi)
32Di Gaza antica agli arenosi lidi.