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Pagina:La maestrina degli operai.djvu/214

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La maestrina degli operai 213

la, con la voce soffocata dalla collera — un obbrobrio?... Ebbene, io ti dico che mi vanto d’esser figliuola del popolo, che sono altera della mia famiglia, e che disprezzo i fumi dell’aristocrazia e non so che farmi delle amiche aristocratiche!

E detto questo, con le lacrime agli occhi, uscì a grandi passi. La Varetti le corse dietro, chiamandola per nome, pregandola di rientrare. Ma quella si voltò irritata, e le rispose: — Verrò un’altra volta: oggi non è aria! — E disparve.

La ragazza si lasciò andare sopra una seggiola, profondamente scoraggita. Anche la sua amica l’abbandonava quel giorno in cui aveva tanto bisogno di distrazione e di conforto. Non potendo regger sola, andò a