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Pagina:Le mie prigioni.djvu/48

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Capo XII.

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Così finì il mio romanzo con quella poveretta. Se non che le fui debitore di dolcissimi sentimenti per parecchie settimane. Spesso io era melanconico, e la sua voce m’esilarava: spesso pensando alla viltà ed all’ingratitudine degli uomini, io m’irritava contro loro, io disamava l’universo, e la voce di Maddalena tornava a dispormi a compassione ed indulgenza.

— Possa tu, o incognita peccatrice, non essere stata condannata a grave pena! Od a qualunque pena sii tu stata condannata, possa tu profittarne e rinobilitarti, e vivere e morir cara al Signore! Possa tu essere compianta e rispettata da tutti quelli che ti conoscono, come lo fosti da me che non ti conobbi! Possa tu ispirare, in ognuno che ti vegga, la pazienza, la dolcezza, la brama della virtù, la fiducia in Dio, come le ispiravi in colui che ti amò senza vederti! La mia immaginativa può errare figurandoti bella di corpo, ma l’anima tua, ne son certo, era bella. Le tue