Vai al contenuto

Pagina:Le mie prigioni.djvu/53

Da Wikisource.
Versione del 2 nov 2019 alle 12:58 di CandalBot (discussione | contributi) (Bot: modifica fittizia Pywikibot)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

( 41 )

— No.

— D’omicidio?

— No.

— Di carboneria?

— Appunto.

— E che sono questi carbonari?

— Li conosco così poco che non saprei dirvelo. —

Un secondino c’interruppe con gran collera, e dopo d’aver colmato d’improperii i miei vicini, si volse a me colla gravità, non d’uno sbirro, ma d’un maestro, e disse: — Vergogna, signore! degnarsi di conversare con ogni sorta di gente! Sa ella che costoro son ladri? —

Arrossii, e poi arrossii d’aver arrossito, e mi parve, che il degnarsi di conversare con ogni specie d’infelici sia piuttosto bontà che colpa.