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DA GRONINGA AD ARNHEM. | 475 |
di due antiche colonie frisone, i quali hanno conservato religiosamente il vestire, gli usi, le tradizioni agricole dei loro padri, e vivono agiatamente col prodotto delle terre e di qualche piccola industria loro propria. In questo singolare villaggio, non ci sono caffè, non ci sono cammini, poichè gli avi non li usavano, non ci sono strade, perchè le case sono tutte sur una sola fila, non c’è nulla di simile agli altri villaggi. Gli abitanti son tutti calvinisti austeri, sobri, operosissimi. Gli uomini si fanno essi medesimi le calze nei ritagli di tempo che lascia loro la coltivazione della terra, e abborriscono a tal segno dall’ozio, che gli stessi amministratori del villaggio, quando debbono radunarsi a consiglio, portano seco il filo e i ferri da calza per non istar colle mani in mano mentre si discute. Il Comune possiede seimila ettari di terreno, divisi in novecento zone lunghe circa cinquemila metri, e larghe da venti a trenta. Quasi tutti gli abitanti sono proprietari, sanno leggere e scrivere, hanno un cavallo e una diecina di vacche, non s’allontanano mai dalla loro colonia, si maritano dove son nati, e passan la vita nella stessa zona di terra, e chiudono gli occhi sotto lo stesso tetto dove vissero e morirono i nonni dei loro nonni.
Via via che si va oltre nell’Over-Yssel, la campagna cangia aspetto. Presso Zvolle, città natale del pittore Terburg, capitale della provincia, di poco più di ventimila abitanti, presso la quale, nel piccolo convento di monte Sant’Agnese, visse sessantaquat-