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D e l P a n n e g g i a m e n t o. | 429 |
Le figure dipinte su i mentovati vasi hanno non solo al lembo inferiore della veste, ma eziandio sul petto per dinanzi ed ai fianchi dall’alto al basso la lista a varj fregi, or fatta a scacchi, ed or con arabeschi simili a tralci di viti. Su un vaso del console d’Inghilterra a Napoli, ove rappresentasi Arianna e Teseo1, scende a quella dal petto fino a’ piedi una striscia di color cupo interrotta da lineette orizzontali a foggia di aze. Il vestito muliebre era pur talora ornato di stelline intessutevi: tal abito portò Demetrio Poliorcete2, e così vestito era l’eroe Sosipoli su un antico quadro3.
[... e in elegante e varia maniera, se l’adattavano ] §. 8. Fra l’ornato, che consiste nella guarnizione, e l’ornato che risulta dalla maniera di disporre il vestito leggiadro, v’è quello stesso rapporto che s’osserva fra la bellezza e la grazia; e in fatti volgarmente grazia pur si chiama ed eleganza la maniera di ben adattarsi le vesti. Quella eleganza però non avea luogo propriamente se non nella sopravveste e nel manto o pallio, che a piacimento gettavansi or su una or su l’altra parte del corpo; laddove la tunica, e dalla veste superiore e dal cingolo stretta, venia sempre ad avere la stessa disposizione e le medesime pieghe. Quella altresì meglio al vestito degli antichi convenía che al nostro, il quale, in amendue i sessi generalmente stretto alla vita, non dà luogo a varie e belle maniere di panneggiamento.
§. 9. Essendo questo stato differente nelle diverse epoche dell’arte, dal ben divisarne i cangiamenti avremo in esso un argomento per distinguere gli stili e i tempi diversi. Diritte per lo più scendono, o poco curve almeno, le pieghe del vestito nelle più vetuste figure; ma prende abbaglio l’imperito scrittore4 che tali esser pretende tutte le pieghe degli antichi panneggiamenti; e non s’è avveduto che le pieghe
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